I media ai tempi della quarantena
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Come CRM specialist mi trovo spesso a relazionarmi con il cliente sin dalle prime fasi di onboarding, ridefinendo con lui gli obiettivi, le buyer personas, value proposition ecc, per impostare insieme una strategia di marketing, sales e services a medio e lungo periodo.
La maggior parte delle volte però, quello che mi viene immediatamente richiesto è: “Vorrei avere più lead, vorrei far crescere il mio business”, che fondamentalmente è la ragione per la quale mi trovo lì, ma in una richiesta del genere si nasconde il desiderio che questo avvenga il prima possibile.
Vorrei quindi tranquillizzare gli animi di chi effettivamente vuole raggiungere i primi risultati in breve tempo. Esistono delle strategie di facile e veloce implementazione denominate “Quick Wins”.
Queste implementazioni rapide non richiedono più di un paio d’ore di lavoro, eppure la maggior parte delle PMI non adotta strategie del genere.
Il Bounce Rate, o frequenza di rimbalzo, è un valore che indica, in percentuale, il numero di utenti che abbandonano il sito senza aver compiuto alcuna azione, probabilmente perchè non interessati al contenuto della pagina.
Se non si sono mai attuate strategia di Digital Marketing la frequenza di rimbalzo sul sito probabilmente è sopra la media (56-70%) e per chi si è cimentato in strategie paid probabilmente è ancora più elevato (70% + ). Risolvere questo problema nella sua interezza è sicuramente un obiettivo a lungo termine e implicherebbe la creazione di contenuti di qualità, con pagine dedicate alla conversione.
Tuttavia, quello che vorrei proporti in questa fase iniziale è cambiare punto di vista e pensare a delle strategie per non perdere l’occasione di interagire con i visitatori del sito.
Pensaci: se hai 1.000 visitatori al mese con una frequenza di rimbalzo del 56%, sono 560 i visitatori che arrivano sul tuo sito andandosene subito dopo. Se però guardiamo l’altra metà del traffico, sono comunque 280 i visitatori unici che potresti trasformare in lead.
Quindi, come catturi gli utenti prima che se ne vadano? La risposta non è un sito più bello.
La risposta è ad esempio implementare un meccanismo pop-up nel momento in cui l’utente cerca di abbandonare il sito. Questa azione può avvenire in automatico quando il mouse di un visitatore si avvicina alla barra di ricerca del browser.
Per attirare l’attenzione dei tuoi potenziali clienti proprio mentre se ne vanno, è importante fornire un’offerta allettante in modo da farli rimanere sul tuo sito e continuare la navigazione. Che cosa hai da offrire? Un E-book? Una consulenza gratuita di 30 minuti? Ricorda, la maggior parte delle persone che escono dal tuo sito non lo abbandonano perché sono state “offese” o “odiano” ciò che hai da dire. Semplicemente non hanno trovato quello che stavano cercando.
Ecco un esempio di applicazione:
Mondo Camerette è un nostro cliente che, all’inizio dell’attività, aveva una frequenza di rimbalzo vicina all’80% su un traffico piuttosto elevato. All’epoca, l’homepage presentava vari banner contenenti diverse call-to-action, quello che abbiamo fatto è stato di inserire un pop-up che appariva dopo 2 secondi dall’inizio della navigazione, contenente la promozione nazionale principale. Durante questi mesi abbiamo visto crescere le conversioni da navigazione organica, abbassando di conseguenza il costo della pubblicità ed aumentando il ROAS. Tutto grazie ad un piccolo pop-up che offriva il contenuto giusto al momento giusto!
Come agenzia partner di HubSpot, non posso fare a meno di raccomandare la funzione pop-up inclusa nella versione gratuita di HubSpot. È facile da creare e si integra con il CRM di HubSpot, che è uno strumento di marketing incredibilmente potente. Tuttavia, se stai cercando un modo autonomo per implementare pop-up, puoi trovare moltissimi tool o plug-in WordPress.
Molti dei marketing manager con cui parliamo vorrebbero implementare una strategia di Inbound Marketing che generi vendite. Quando chiedo loro di elaborare una strategia, si concentrano su: blog, white paper, pillar page e campagne di promozione. In sostanza, stanno osservando le attività top-of-the-funnel (TOFU) come mezzo per generare risultati bottom-of-the-funnel (BOFU). Se non hai familiarità con tutti questi discorsi, leggi questo articolo.
Quando si parla di convertire i lead in clienti, molto spesso si crede che questi arrivino dalla pagina “Contattaci”. In realtà non è così, perchè:
Cosa succede quando non hai un offerta BOFU? Ogni tuo impegno è concentrato nel far entrare nuovi utenti nella parte alta del funnel, che poi finiscono per abbandonare il buyer’s journey prima di passare allo step successivo.
Quando definiamo e creiamo una vera offerta BOFU, dovremmo fornire più valore rispetto alle content offer appartenenti alla parte alta del funnel. Una buona offerta BOFU può avvenire durante un ciclo di mail oppure grazie ad un Ads di retargeting sui social media.
Per una facile implementazione, è possibile sostituire il contenuto della pagina dei contatti con un’offerta. Oppure, se stai cercando di avere qualcosa di un po ‘più simile a un’offerta di marketing, puoi replicare questo approccio BOFU su una landing page. Anche qui HubSpot ci può fare molto comodo, ma se non stai cercando una piattaforma di inbound marketing, c’è sempre WordPress, CMS open source per eccellenza che ti permette ormai di realizzare qualsiasi tipo di Landing Page.
Ora stai catturando gli utenti prima che possano lasciare il tuo sito e hai un’offerta straordinaria da sottoporgli per trasformarli in lead, quello che serve è aumentare il traffico di qualità. Quando si parla di traffico, la maggior parte dei nostri clienti dice immediatamente “Voglio aumentare il traffico posizionandomi sui motori di ricerca”
L’ottimizzazione iniziale del tuo sito sulla base delle pratiche SEO on-site è uno degli obiettivi a breve termine più semplice che potrai ottenere. Per cominciare occorre determinare le parole chiave specifiche e a coda lunga sulle quali agire in ottica ottimizzazione organica sui motori Esistono due modi per selezionare e definire le tue parole chiave per un efficace posizionamento:
Il primo passo è estrapolare tali dati tramite lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google Ads o altri tool dedicati come semrush o answerthepublic.
Il secondo passo è ottimizzare effettivamente il tuo sito con alcune pratiche base iniziali e di semplice applicazione . Esistono cinque posizioni in cui inserire le parole chiave trovate. La maggior parte di essi si trova nelle “meta impostazioni” della pagina del tuo sistema di gestione dei contenuti e sono:
Assicurati di non inserire più di una parola chiave, anche se le ritieni corrette, i motori di ricerca puntano ad offrire un’esperienza utente il più pertinente e qualitativa possibile. Se inserisci molte parole chiave in questi cinque campi, stai dicendo ai motori di ricerca che la tua pagina può contenere uno qualsiasi degli X argomenti con il rischio di non essere premiata come autorevole e specializzata dall’algoritmo del motore di ricerca.
Conclusione
Come puoi vedere, attuare strategie di marketing Quick Wins non richiede budget di investimento onerosi e si possono raggiungere ottimi risultati semplicemente usando la testa e sporcandosi un po’ le mani.
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Sono moltissimi gli aspetti che devono essere presi in considerazione nel momento in cui si decide di intraprendere un’attività su Amazon, e una delle prime è senza dubbio la differenza che intercorre tra gli account Seller e Vendor.
S.A.A.S. Acronimo palindromo. Affascinante. Ma che cosa vuol dire?Volgarmente parlando viene definito “servizi in cloud” ed è un sistema diverso da quello che andava per la maggiore prima del Millenium Bug (ve lo ricordate il Millennium Bug? Sembra secoli fa…) e che veniva definito dall’acronimo A.S.P., cioè Application Service Provider.
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